Solo il 50% della plastica raccolta e che perviene agli impianti che la selezionano e la valorizzano può essere recuperata, la quota rimanente viene termovalorizzata o smaltita in discarica. Per l’Italia questa quota è paria a 791.000 tonnellate (26.366 bilici a pieno carico).
Emerge sempre più chiaramente che un cambio di rotta non può più essere rimandato e che i preziosi e virtuosi comportamenti individuali non sono sufficienti. Servono stringenti provvedimenti legislativi sovranazionali che, rimanendo nel tema della plastica, stabiliscano nuove regole per i materiali plastici poliaccoppiati che non si possono recuperare o per gli oggetti usa e getta che rappresentano il 40% della plastica raccolta.
Ricapitolando...
Si recupera e valorizza circa il 50% di quanto raccolto; il 45% circa della plastica raccolta non potendo essere recuperata viene termovalorizzato;, il rimanente 5% è destinato allo smaltimento in discarica (si tratta di PVC o materiali poliaccoppiati plastica/plastica, plastica/metallo, polistirene espanso e materiali non plastici).
Ma come viene trasformata la plastica che viene valorizzata?
Il PET (Polietilene tereftalato) rappresenta il 20% della plastica e viene utilizzato per il suo 50% per produrre nuove bottiglie e per il rimanente 50% per produrre lastre di PET, vaschette e contenitori, fogli per cibi precotti, vassoi e filati (goretex). Il 7% è costituito da PE (Polietilene) ad alta densità e viene utilizzato per produrre i granuli utilizzati per produrre isolanti, borse di plastica, teli per l’agricoltura, tubazioni, contenitori per alimenti ecc. Il 5% è PP (Polipropilene) che si trasforma in cruscotti, paraurti degli autoveicoli; tappi ed etichette delle bottiglie di plastica; reti antigrandine; bicchieri; capsule del caffè ecc. Il 18% Polietilene è utilizzato per isolante per cavi elettrici, buste e sacchetti, la quota rimanente ritrova vita in edilizia (Igloo) Mettendo in relazione i contributi ai comuni, il costo raccolta e selezione, lo smaltimento e l’attività di vendita PET risulta un Deficit di catena paria -250€/Ton.
Forse questi numeri meritano una riflessione….
